21.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA D

Nome Botanico

Daphne Cneorum-Linn.

Nome Italiano

DAFNE CNEORO - TIMELEA ODOROSA.

Nome Vernacolo

Forzèi mat.

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Daphne è il nome di una ninfa figlia del fiume Peneo, amata da Apollo e cambiata in lauro; Cneorum viene dal greco Cneoron, nome dato da Teofrasto ad un arbusto somigliante all'olivo.
Questo piccolo suffrutice strisciante, che si trova specialmente sugli alti monti della Feltrina, dell'Agordino e del Cadore fino all'elevatezza di 2000 metri dal mare, non potrebbe essere utilizzato che quale ornamento pei giardini.


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Nome Botanico

Daphne Mezereum-Linn. - Thimalea Mezereum-Allion.

Nome Italiano

MEZEREO - CAMALEA.

Nome Vernacolo

Bodìs - Podìs - Polìs - Pudìs - Pudi - Peveroni - Zimes.

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Questa pianta che si trova sparsa specialmente nei boschi resinosi della Provincia sino all'elevatezza di 1500 metri dal mare, raggiunge l'altezza dì metri 1 a 1,50, e, coltivata nei giardini, anche a 2 e 3 metri, con un diametro alla base di 2 a 3 centimetri. Arriva al massimo suo sviluppo in 8 a 10 anni vivendone 12 a 15. Si moltiplica facilmente per semi nei terreni ombreggiati ed abbondanti di terriccio vegetale. Si presta nei giardini come ornamento. Il legno bianco-giallognolo a fibra grossolana e mediocremente duro, preso in bocca cagiona doloroso enfiamento delle labbra e della lingua perchè ciascuna parte di questa pianta è vescicatoria e in specialità la corteccia.


La corteccia, i ramoscelli e le foglie danno ai tessuti preparati un colore giallo-bruno e della corteccia i montanari Bellunesi si servono per correggie. Del libro si fa carta.
Le bacche possono dare un bel color rosso ai pittori, e in medicina furono adoperate sotto il nome di semen conognidii. I Russi le infondono nell'acquavite e nell'aceto perché acquistino maggior forza. Vengono mangiate con avidità dai colombi selvatici. Secondo Linneo 12 di queste bacche sarebbero più che sufficienti per far morire un uomo.
Il seme matura in Luglio; la semina succede in Agosto coprendo il seme con 5-6 millimetri di terra; quello seminato in Agosto germina nella successiva primavera, e quello collocato in terra in primavera un anno dopo.


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Nome Botanico

Diospyros Lotus-Linn.

Nome Italiano

ALBERO DI S. ANDREA - DIOSPIRO FALSO LOTO - LOTO AFRICANO.

Nome Vernacolo

Isolèr - Albero de San Andrea - Zeresèr santo.

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Diospyros, dios = divino e Pyros = grano.
Questa pianta che si trova coltivata in qualche fondo a coltura agraria della vallata Bellunese e Feltrina, all'elevatezza non maggiore di 400 metri dal mare, giunge all'altezza di 10 a 12 metri con un diametro alla base di 35 a 50 centimetri. Sopporta i rigidi freddi non ostante che sia originaria delle calde regioni d'Oriente. Cresce con lentezza e il suo legno duro, molto compatto, di colore giallognolo, che diventa scuro-cenere se esposto all'aria, può essere utilmente impiegato per mobiglia ricevendo un bel pulimento. Si moltiplica mediante seme e polloni e predilige terreni leggeri non tanto asciutti esposti a mezzodì.
Le bacche carnose, della grossezza d'una ciliegia ordinaria, divise internamente in otto loggie, contenenti ciascuna una grana, sono mangiabili e precipuamente se bollite e cosparse di zucchero. Si credette per molto tempo che questo fosse il famoso lotus degli antichi che formava le abituali delizie dei popoli africani, denominati lotofagi; ma è un errore. L'albero di S. Andrea esisteva in Egitto in grande quantità al tempo di Teofrasto, ma i frutti di questa pianta non figuravano nelle mense.


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Nome Botanico

Dryas octopetala-Linn.

Nome Italiano

DRIADE OTTOPETALA.

Nome Vernacolo

Erba arzentada.

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Questo piccolo suffrutice che striscia a terra, abbondantissimo in questa Provincia, l'ho trovato anche sul letto del Piave all'altitudine di 250 metri dal mare e precisamente a Lentiai, e sull'Antelao a 2500 metri sopra l'Adriatico il giorno 21 Agosto 1875, nel quale, in compagnia dei Comm. Gio. Carlo Siemoni Ispettore Superiore Forestale, e Giorgio Pozzolini Colonnello comandante il 6° Reggimento Bersaglieri ho raggiunto la cima di quel monte alto 3259 metri.
Questa pianta non presenta alcuna utilità e dicono solo sia in medicina un astringente tonico.
Il nome di Dryas lo si fa derivare da Drys (quercia) pella somiglianza in piccolo delle foglie.


20.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA E

Nome Botanico

Erica tetralix-Linn.

Nome Italiano

ERICA TETRAGONA - CERBINA.

Nome Vernacolo

Sloda - Fazonèl - Scambaròn - Isòpo - Nosolàda - Neslòda - Deslòda - Forzèi - Fursèi - Frezza - Schenèl - Auselàda - Lesùra - Auslòda - Deslòna- Lusùra - Isòp - Dosolòda.

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Vedi per questa pianta quanto si è detto dell'Erica vulgaris.


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Nome Botanico

Erica vulgaris-Linn. - Calluna vulgaris-Willd. et Smith. - Calluna Erica-Dec.

Nome Italiano

ERICA COMUNE - ERICA VOLGARE - ERICA MINORE

Nome Vernacolo

Auselàda - Ausolàda - Deslòda - Deslòna - Forzèi - Furzèi - Frussèi - Frezza - Nosolàda - Neslòda - Isòpo - Isòp - Lesùra - Sloda - Scambaròn - Schenèl - Tazonèl - Rosola - Lusùra - Desolòda - Dorlàda

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Erica, dal greco ereicein (spezzare), allusione alle proprietà litotritiche attribuite a questa pianta.
Questo piccolo frutice che s'alza da terra 20 centimetri circa, con numerosi rami, si trova specialmente nei luoghi sterili dei monti d'esposizione soleggiata di tutta la Provincia sino a 1600 metri sopra il livello del mare.
Questa pianta può servire benissimo come combustibile. Qui l'adoperano per strame e per il bosco dei bachi da seta.
Le foglie contengono sostanza per la concia delle pelli e per tingere la seta in rosso e la lana in giallo e bruno mescendovi dell'allume e vetriolo di ferro. Gl'inglesi le sostituiscono al Luppolo nella fabbricazione della birra. Krebs dice che negli anni scarsi d'erba e d'altra pastura potrebb'essere utilizzata pel mantenimento dei cavalli e pecore ed anche dei conigli e capre.
Si possono fare scope, e i montanari della Scozia coprono di Erica i tetti delle loro case. Bruciando dà molto calore e buona cenere.
I fiori danno alle api molto nettare.
Il seme matura in Dicembre; seminato in primavera non germina che dopo un anno.


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Nome Botanico

Evonymus europaeus-Linn. - Evonymus tenuifolius-Marz. - Evonymus vulgaris-Mill. - Evonymus europaea-Gaud.

Nome Italiano

FUSAGGINE - FUSARIA - FUSARO - EVONIMO - EVONIMO EUROPEO - BERRETTA DA PRETE.

Noome Vernacolo

Fusaden - Fusade - Fusèr - Bareta da prete - Legnel - Legn cald - Bine de pan - Legn da stecadent - Capei da prete - Legn da broche.

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Secondo Le Maout-Decaisne venne così chiamata tale pianta dai vocaboli greci eu (buono), onoma (nome ).
Questa pianta sparsa nelle valli Feltrina e Bellunese e coltivata nelle siepi dei fondi a coltura agraria, e qualcheduna nei boschi sino all'elevatezza dal mare di 900 metri, raggiunge l'altezza di 4 a 5 metri e un diametro alla base di 15 a 18 centimetri. Preferisce un terreno abbondante di terriccio, fresco, ed una esposizione assolata. Si propaga mediante semina, margotte, talee e barbatelle e giunge al massimo suo sviluppo in 25 a 30 anni, vivendone 50 a 60.
Il legno molto duro, di colore giallognolo, tenace, ha fibra fina; come legna da bruciare è mediocre e può servire con maggiore utilità per intarsi, canne d'organo, fusi, cardatoi, per altri piccoli oggetti da tornitore, come per brocche da calzolaio.


I frutti sono un violento purgante per l'uomo e col pericardio dei medesimi si preparano tinture rosse, gialle e verdi. Dicono che sia stata adoperata la parte rossa del frutto come cosmetico per tingere in biondo i capelli.
I semi torchiati danno un olio da lume. Si presume che le capsule secche polverizzate del seme facciano morire i pidocchi ed in infusione nell'aceto guariscano gli animali domestici dalla rogna.
Il seme matura in Novembre; seminato ancora nell'autunno germina nella prossima primavera, e posto nel terreno in primavera non germina che dopo un anno: vuoi essere leggermente coperto di terra.
Il carbone si presta nella fabbricazione della polvere ardente e delle matite.
Un decimetro cubico di legno secco pesa chilogrammi 0,774.


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Nome Botanico

Evonymus latifolius-Willd. - Evonymus latifolia-Roem. e Schul.

Nome Italiano

EVONIMO DI FOGLIE LARGHE - FUSARIA MAGGIORE - FUSARIA A FOGLIA LARGA - EVONIMO LATIFOGLIO.

Nome Vernacolo

Fuser - Fusaden - Fusade - Bereta da prete - Legn da stecadent - Legn cald - Capei da prete - Legn da broche - Bine de pan - Legnèl.

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Questa pianticella che offre i medesimi prodotti dell'Evonymus europaeus, del quale non è che una varietà rara in questa Provincia, l'ho trovata anche in Comune di Lavalle d'Agordo, all'elevatezza dal mare di 800 metri.


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Nome Botanico

Evonymus verrucosus-Linn.

Nome Italiano

EVONIMO VERRUCOSO.

Nome Vernacolo

Fusaden salvarego.

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Questo arboscello alto 2-3 metri che si trova qua e là, però raramente, sparso nei boschetti della vallata del Piave sino all'elevatezza di 450 metri dal mare, preferisce terreno ed esposizione meridiana e si propaga come l'Evonymus europaeus; giunge al massimo suo accrescimento in 15-20 anni, vivendone 30-40.
Il suo legno molto duro serve per brocche da calzolaio.


19.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA F

Nome Botanico

Fagus sylvatica-Linn. - Fagus sylvestris-Gaertn. - Castanea fagus-Scop.

Nome Italiano

FAGGIO - FAGGIO COMUNE - FAGGIO SELVATICO.

Nome Vernacolo

Faghèr - Faghèra.

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Questa pianta, il cui nome deriva dal greco fago (mangio), poiché i frutti son mangiati dagli animali, raggiunge l'altezza di 20 a 24 metri e un diametro alla base di metri 1 a 1,50; cresce fino all'elevatezza di 1800 metri dal mare, preferendo un terreno fresco, argilloso, quarzoso ed un'esposizione a ponente ed a settentrione. Si propaga mediante semina e piantagione e giunge al massimo suo sviluppo in 140 a 150 anni, vivendone ordinariamente 200, e se in favorevoli circostanze persino 300 anni.
Il legno di un colore rossiccio, duro, solido, pesante, flessibile, di tessitura non uniforme e di fibra grossolana soffre pelle alterazioni dell'umido e del secco. Nelle fabbriche lo si usa soltanto in pavimenti mantenuti nell'asciutto e in travature nelle cucine di campagna che mancano di fumaiolo, dove essendo soggetto all'azione del fumo ha una durata lunghissima. Lo si adopera però sopra tutto per doghe da botte, scodelle, cucchiai, piatti, mestole, cerchi da stacci, pestoni, viti di pressione, zoccoli, scatole, manichi da vanghe, da zappe, da mannaie, da martelli, truogoli, assi da ruote, forche da timoni, erpici, slitte, mangani, carrucole, cilindri, brocchi per zattere che si costruiscono sul Piave. Nella marina viene adoperato per remi carabottini, ossature, chiglie, cinte, puntali, paramezzali, frisi, orli e resto del fasciame esterno di lancie e barcaccie. Per esser inoltre un ottimo combustibile viene ricercato e consumato in grande quantità negli usi domestici, nonchè nei forni delle fabbriche di stoviglie. In questa Provincia l'utilizzazione del Faggio ascende annualmente a circa 40,000 metri cubi, del valore di Lire 300,000.


Le foglie verdi servono di pasto ai bestiami e secche si utilizzano per strame. In alcuni paesi dell'Inghilterra i paesani ne fanno pagliericci.
I ricci della faggia, narra Ottaviano Targioni-Tozzetti, raccolti freschi e pestati, e quindi fatti cuocere per due ore nell'acqua, producono un bagno nel quale la lana preparata col mordente "de la Follie" prende un colore giallo di Camoscio.
Dai frutti, buoni per ingrassare porci e polli d'India, si ricava dell'olio adatto alla illuminazione ed a condire le vivande. Da 100 chilogrammi di questo frutto torchiato due volte s'ottengono 12 chilogrammi d'olio netto e 4 di torbido. Si volle usare questa faggia come un succedaneo al caffè, ma senza buon effetto.
Il seme matura in Ottobre; consegnato alla terra in autunno germina nel successivo Maggio, e dato alla terra in primavera germina dopo 30 giorni: vuol essere coperto di terra per 2 - 3 centimetri di spessore. La forza germinativa dura poco più di 6 mesi.
Il carbone è buonissimo e molto ricercato specialmente dai fabbri-ferrai. Un metro cubo di legna dei rami dà metri cubi di carbone 0,300; del fusto giovine metri cubi 0,330; del fusto vecchio metri cubi 0,360.
La cenere è pur essa eccellente quale concime ai prati, ai campi seminati di trifoglio, pel ranno, pell'imbiancatura della tela. Contiene la migliore potassa.
Il peso di un decimetro cubo di legno fresco è di chilogrammi 1,123, secco di chilogrammi 0,705.
La forza calorifera ragguagliata su 100, è pella legna non fluitata di 100, per la fluitata 96 e pel carbone 97.


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Nome Botanico

Ficus carica-Linn.

Nome Italiano

FICO - FICO COMUNE - FICO DOMESTICO.

Nome Vernacolo

Fighèr.

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Ficus, deriva secondo alcuni dall'alterazione del vocabolo greco Sycê (ficaia), e secondo altri dal latino faecunditas (fecondità), perchè produce replicatamente frutti.
Questa pianta che qui si coltiva più che mai nei giardini sino all'elevatezza di 400 metri dal mare, raggiunge l'altezza di 4 a 5 metri ed un diametro alla base di 18 a 20 centimetri, preferendo terre sostanziose, sciolte e piuttosto fresche. Il freddo è ad essa nocivo e perciò vuole un'esposizione meridiana; si propaga qui per talee, margotte, innesto e rampolli, vivendo secoli se non col tronco, colle radici.
Il legno gialliccio internamente e bianco all'esterno, a midollo grosso, a strati che si vanno verso la corteccia facendo mano mano più grandi, si presta per tabacchiere, tazze da caffè e per altre minuterie. S'imbeve facilmente dello smeriglio e dell'olio e perciò è adoperato nella pulitura di vari lavori in ferro. Il legno di vecchia pianta è duro ed elastico, onde rendesi adatto nella confezione di viti da strettoi. Come legna da bruciare riscalda assai poco. Dei ramoscelli succhiellati si fanno canne da pipa aromatiche.
Le foglie fresche possono esser date a mangiare ai bovi nell'Otttobre e nel Novembre.
Il frutto mangiabile è molto ricercato ed il commercio che se ne fa è noto abbastanza. Tournefort dice che a Scio si estrae l'acquavite. Gli antichi preparavano coi fichi, sotto il nome di Sicite, un liquore fermentato: mettevano questo frutto nell'acqua e quando avea luogo la fermentazione vinosa, decantavano. Aspettando alcuni giorni di più ottene vano un aceto eccellente.
Il carbone consuma lentamente.
Un decimetro cubico di legno verde pesa chilo grammi 0,854 e secco 0,629.


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Nome Botanico

Fraxinus excelsior-Linn. - Fraxinus apetala-Lamck.

Nome Italiano

FRASSINO - FRASSINO COMUNE.

Nome Vernacolo

Frassen - Frassin - Frazen - Frassen mestego - Frassen mestegh - Frassen zentil - Frassen mas-cio - Frassenastro.

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Fraxinus, dal greco fraxis, siepe - perchè veniva usato per formare delle siepi, chiudende.
Raggiunge l'altezza di 15 a 20 metri ed un diametro alla base di metri 0,90 a 1,30; cresce fino all'elevatezza di metri 1000 dal mare, preferendo il terreno fresco, sciolto, grasso ed umido delle valli e dei prati, ed una esposizione a mattina o a sera. Si propaga mediante semina e piantagione, giungendo al massimo suo sviluppo in 80 a 100 anni e vive due o tre secoli, secondo le circostanze più o meno favorevoli in cui si trova.
Il legno bianchiccio, duro, compatto, elastico e di una tessitura non del tutto uniforme, viene adoperato sia in costruzioni all'asciutto come in quelle idrauliche, poichè non soffre alterazione nè per l'umido nè per il secco. Si adopera nei lavori di tornio, d'intaglio, per carri, carrozze, aratri, slitte, sedie, conche, manichi da vanghe, da mannaie, da forche, per mobiglie, casse da fucili, pelle quali ultime meglio che mai si presta la radice; e nella marina viene adoperato per bittoni, teste di moro, ceppi delle ancore, manichi di grossi martelli e leve. Esso è inoltre buon combustibile, assume una bella pulitura e colle sue giovani stanghe il bottaio fa cerchi elastici e tenaci. Dai gongroni di questa pianta si ottengono bellissime tavolette marezzate da rimessaio. In questa Provincia si utilizzano circa 150 metri cubi di detto legname da lavoro, del valore di L. 10,500.
La manna che scola dal tronco è espettorante e purgativa.
Le foglie fresche e secche forniscono un ottimo mancime.
La scorza contiene del tannino e preparata tinge i tessuti in verde ed in azzurro.
Il seme matura in Ottobre; seminato in autunno germina agli ultimi di Maggio e seminato in primavera in Giugno o Luglio: vuoi essere coperto con 1-2 centimetri di terra; la semina d'autunno è preferibile. La forza germinativa dura 1-3 anni.
I1 carbone non ha gran pregio.
La cenere è di buona qualità e da 100 chilogrammi se ne ottengono 10 di potassa.
I1 peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,062, secco di chilogrammi 0,618.
La forza calorifera ragguagliata su 100 è pel legno fluitato 75, pel non fluitato 99 e pel carbone 98.


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Nome Botanico

Fraxinus Ornus-Linn. - Ornus europaea-Savi - Fraxinus florifera-Scop. - Fraxinus paniculata-Mill.

Nome Italiano

ORNO - ORNO COMUNE - AVORNIO - AVORNIELLO - ORNELL0 - ORNELLO COMUNE.

Nome Vernacolo

Frassen Vac - Vac - Frassen spinarol - Frassen mas-cia - Frassen Ornàz - Orn - Frassen salvarech - Frassenela.

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Quest'orno, coltivato specialmente nelle siepi e nei fondi agrari di questa Provincia per sostegno delle viti, si eleva 8 a 10 metri con un diametro alla base di centimetri 25 a 30. Lo si trova più che sia nei pedemonti della vallata Bellunese e Feltrina, fino all'altezza dal mare di 1000 metri. Preferisce un terreno calcareo selcioso asciutto ed un'esposizione a mezzogiorno riparata dai venti freddi. Si propaga mediante semina e piantagione e giunge al massimo suo sviluppo in 40 a 50 anni vivendone anche 100.
Il legno duro, compatto ed elastico si adopera quale combustibile che arde lentamente, e solo allora che lo si trova in dimensioni abbastanza considerevoli serve ai lavori di tornitore, per scale da carri, manichi da martelli ed altri simili attrezzi.
Manna e resina = Dalle incisioni del tronco scola la manna (non però nella quantità del Fraxinus excelsior) sostanza assai dolce, in cui predomina la mannite, zucchero particolare, non fermentabile, ed una resina di odore e gusto nauseante che aumenta all'aria e col tempo. Per queste sostanze la manna è lassativa ed è eccellente rimedio pei bambini.
Le foglie sono mangiate dal bestiame.
Del seme vedi quanto s'è detto pel Fraxinus excelsior.
Il carbone non è molto buono.
Il peso d'un decimetro cubico di legno secco è di chilogrammi 0,774.


18.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA G

Nome Botanico

Genista tinctoria-Linn. - Spartium tinctorium-Roth.

Nome Italiano

BACCELLINA - GINESTRELLA - GINESTRELLA DEI TINTORI - GINESTRA DEI TINTORI.

Nome Vernacolo

Erba da intender - Erba da tintura - Fer da calze - Erba dala - Fior da tenze - Erba intentura - Fiori da intender.

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Questo suffrutice che credesi originario della Gran Bretagna, qui sparso nelle valli e sui monti sino all'elevatezza dal mare di 1500 metri, che predilige le radure dei boschi e luoghi sterili, per la quantità di materia colorante che contiene, viene adoperato moltissimo da questi montanari, verde e secco, per tingere le stoffe bianche di cotone e di lana in giallo, e quelle di fondo turchino in verde. Facendo bollire i ramoscelli e le foglie con acqua di calce ed aggiungendovi poscia allumina e gesso ottiensi il bellissimo giallo-paglia, del quale possono approfittare i legatori di libri per tingere la carta. Mangiata questa pianta dalle vacche, fa acquistare un sapore acre al latte, al burro e al cacio.
Gli etimologisti pretendono che il nome di Genista derivi dalla parola celtica gen (piccolo cespuglio), o dal greco gonu (ginocchio) pei suoi ramoscelli angolari.
Il seme matura in Settembre ed Ottobre; seminato in autunno germina nella successiva primavera e quello seminato in primavera 40 giorni dopo.
Fra le Ginestre che crescono in Provincia, sono le seguenti d'importanza secondaria:


Genista anglica-Linn. -------GINESTRA ANGLICANA
-----"------ germanica-Linn. --------"------- GERMANICA
-----"------ sagittalis-Linn. ----------" -------SAGITTALE
-----"------ pilosa-Linn. ---------------"------- PELOSA


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Nome Botanico

Gleditschia triacanthos-Linn. - Gleditschia meliloba-Walt. - Gleditschia spinosa-Marsh.

Nome Italiano

GLEDICCIA SPINOSA - SPINA-CRISTI.

Nome Vernacolo

Spina-crucis - Spin in cros - Spin del Signor - Spina-cristi.

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Gleditschia, alla memoria di Gottlieb Gleditsch di Lipsia, botanico difensore di Linneo.
Questa pianta originaria dell'America settentrionale, coltivata nelle vallate Bellunese e Feltrina per siepi da cinta e come albero da ornamento, raggiunge l'altezza di 5 a 10 metri e un diametro alla baso di 40 a 45 centimetri e cresce fino all'elevatezza di 600 metri dal mare, preferendo un terreno sostanzioso e un'esposizione meriggiana. Si propaga mediante semina e barbatelle e giunge al massimo suo sviluppo in 20 a 25 anni, vivendone 40 a 50.
Il legno di colore rossiccio, duro, a fibra fina è poco buono come legna da fuoco, ma pella sua durezza serve al tornitore in lavori minuti e per mobiglia.
Il peso d'un decimetro cubico di legno verde è di chilogrammi 0,835, e secco di chilogrammi 0,714.


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Nome Botanico

Glycine frutescens-Linn. - Wistaria frutescens-Dec.

Nome Italiano

GLICINE.

Nome Vernacolo

Vide rampighina mata.

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Glycine, dal greco, dolce, perchè questa pianta somiglia alla glycyrrhizza (liquirizia), e Wistaria, dal nome di Gaspare Wistar, professore d'Anatomia in una Università di Pensilvania.
Questa rampicante viene coltivata nei fondi a coltura agraria nelle vallate Bellunese e Feltrina, appoggiata ai casolari rustici sino all'elevatezza di 450 metri dal mare.
Non serve qui che come ornamento per coprire i muri e le cupole di verdura. Dicono che con la corteccia bianchissima di questa pianta, indigena degli Stati Uniti, si possano confezionare tele e cordami.


17.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA H

Nome Botanico

Hedera helix-Linn.

Nome Italiano

EDERA — EDERA COMUNE — ELLERA.

Nome Vernacolo

Edera - Erola - Erla - Erna - Erela - Elera - Erle - Erba delle formighe - Lerla - Reola - Rodola - Verola - Verna - Verdura.

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Varie sono le opinioni sull'etimologia di questo nome. Chi lo fa derivare dal latino haerere (star appoggiato) perchè questa pianta si arrampica alle muraglie; chi da edere (mangiare) perchè rode le muraglie a cui s'attacca, e chi finalmente da una parola celtica alterata, dinotante corda.
Questa pianta sparsa in tutta la Provincia, si trova sino all'elevatezza di 1100 metri dal mare. Preferisce un terreno calcareo fresco o umido ed una esposizione qualunque. Il fusto prima di diramarsi raggiunge anche l'altezza di 1 a 2 metri ed un diametro alla base di 10 a 20 centimetri. Si propaga mediante barbatelle, piantoncini ed anche con semina sebben difficilmente, e giunge al massimo suo sviluppo in 80 a 90 anni, vivendone oltre 200.
Il legno leggero, spugnoso, tenero, a fibra lunga e di colore bianchiccio marezzato in bruno o in verde, serve a far scatole, bussolotti da filtrare mercurio, vino e certi olî, nonchè per costruire graticci per bachi da seta. Come legna da fuoco è buonissimo.
Succo - Nella Persia, nell'India e nella Francia meridionale si ottiene mediante tagli al fusto o per effusioni naturali la gomma conosciuta in commercio sotto il nome di gomma d'erica, usata in chirurgia.


Le foglie ed i giovani viticci possono servire pella concia delle pelli e rendano oltremodo lattifere le pecore che le mangiano; per le quali si dice che le foglie bollite nella birra forte facilitano il parto. Si adoperano ancora nelle tintorie e in medicina.
Dai fiori le api succhiano l'umore mieloso.
Le bacche vengono mangiate dagli uccelli.
Il seme matura in Aprile o Maggio del secondo anno; seminato in Aprile, coperto 6-7 millimetri di terra germina 50-60 giorni dopo, e spesso nella successiva primavera.
Il peso d'un decimetro cubico di legno secco è di chilogrammi 0,345.


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Nome Botanico

Hedera quinquefolia-Linn. - Ampelopsis hederacea-Dec. et Hauffm.

Nome Italiano

AMPELIDE.

Nome Vernacolo

Vide a zinque fogie.

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Si trova soltanto coltivata nei fondi a coltura agraria della vallata Bellunese e Feltrina, sino all'elevatezza di 450 metri dal livello del mare, onde rivestire le pareti delle case rustiche.
Il nome di questa rampicante deriva dal greco ampelos (vite) e da opsis (apparenza).


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Nome Botanico

Hibiscus syriacus-Linn.

Nome Italiano

IBISCO.

Nome Vernacolo

Altea.

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Questa bella pianticella pei suoi grandi fiori variatamente colorati, viene qui coltivata fino all'elevatezza di 400 metri dal mare per siepi e nei giardini. Si propaga con tutta facilità, per semi e rimessiticci.
Il nome di Hibiscus deriva dal greco ibiscos (altea) pella somiglianza a quella pianta.
La corteccia dicono possa servire a far cordami e carta grossolana.
Si attribuisce alle foglie virtù ammollienti e addolcitive.
Il seme matura agli ultimi di Settembre o primi di Ottobre; la semina conviene tanto in autunno che in primavera, coprendo il seme 6-8 millimetri di terra; germina dopo 30 giorni circa se seminato in primavera, e se seminato in autunno germina nella prossima primavera.


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Nome Botanico

Hippophae Rhamnoides-Linn. - Osyris Rhamnoides-Scop. - Rhamnoides secundus-Matt.

Nome Italiano

OLIVELLO SPINOSO.

Nome Vernacolo

Schit d'agnèl - Schita de gata - Schitarole - Spin de giara - Spin de schit - Spin de corf - Spin de salèt - Spin de zurla - Spinèla - Brugnol - Brugnòi - Chegole de ciàn - Giazin - Gardène - Olivo - Pomèla de scarpin - Podìs de ciàn - Pomelèr mat - Pomèla dala - Pomèla da osèi - Raci da venco - Ua de corf - Ua spinèla - Ua de spin - Ua de spin mat - Ua mata.

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Ippos (cavallo), phao (uccido), allusione alle pretese qualità venefiche del grano.
Questa pianta che si trova sparsa in tutta la Provincia dai bassi fondi ghiaiosi dei fiumi e torrenti, sino ai luoghi sterili posti all'elevatezza di 1200 metri dal mare, preferisce l'esposizione meriggiana. Si propaga mediante semina, raggiunge l'altezza di 1 a 2 metri e un diametro alla base di 12 a 14 centimetri, ed il suo massimo sviluppo in 15 a 20 anni, vivendone 30 a 40.
Il legno duro, flessibile, a fibra corta e di colore bruniccio è buon combustibile; può servire al tornitore in lavori minuti pella facilità di essere colorato e pulito.
I rami e le foglie contengono materia colorante.
Anche le bacche contengono sostanza colorante e con esse si prepara un elettovario dentifricio. Secondo Linneo, i pescatori delle coste del Mar Baltico ammanivano una salsa, che dava un buon gusto al pesce fresco. Le cornacchie ed i faggiani le mangiano con avidità.
Il seme matura in Settembre; seminato in autunno germina nella successiva primavera; seminato in primavera non germina che dopo un anno.
Il peso d'un decimetro cubico di legno secco è di chilogrammi 0,916.


16.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA I

Nome Botanico

Ilex aquifolium-Linn.

Nome Italiano

AGRIFOGLIO — ACQUIFOLIO — ALLORO SPINOSO.

Nome Vernacolo

Agrifoglio.

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Il nome di Ilex proviene dalla parola celtica ac (punta), in causa delle sue foglie spinose; fu dato ultimamente da Baulin e Loncier. Dai greci era detta questa pianta agria selvaggia), d'onde i latini agrifolium e aquifolium.
Questa pianta, qui coltivata soltanto per ornamento nei giardini posti a non maggior elevatezza di 400 metri dal mare, raggiunge l'altezza di 2 a 3 metri con un diametro alla base di 15 a 20 centimetri. Preferisce un terreno grasso, argilloso ed una esposizione fresca. Si propaga mediante semina ed arriva al suo massimo sviluppo in 90 a 100 anni, vivendone anche 200.
Il legno durissimo, compatto, a fibra fina e lunga, di colore giallognolo è suscettivo di bella coloritura e pulitura e può servire all'ebanista nei suoi minuti e consistenti lavori.
La scorza mondata dal libro, nel momento che la pianta è in succhio somministra il vischio pell'uccellazione. Lascia marcire questa scorza in cantina dentro adatti barili; poi battila in mortai per ridurla in pasta; lava questa pasta in molta acqua, dentro la quale la diromperai e rimenerai più volte. Ciò fatto, chiudila in barili dove la si epurerà producendo una schiuma che butterai via. Finalmente mettila in un altro recipiente per servirtene all'uopo.
Le foglie ritengonsi un rimedio contro l'artritide.


Le bacche vengono mangiate molto volentieri dai colombi selvatici e specialmente dalle tortore.
Coi semi, che maturano in Settembre ed Ottobre, preparano in Corsica una bevanda affine al caffè.
Peso - Un decimetro cubico di legno fresco pesa chilogrammi 1,193 e secco 0,892.


15.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA J

Nome Botanico

Jasminum officinale-Linn.

Nome Italiano

GELSOMINO — GELSOMINO BIANCO.

Nome Vernacolo

Gelsomin.

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Il gelsomino, che deriva da iasminn, nome dato dagli Arabi alla specie principale, si coltiva nei giardini di questa Provincia per solo ornamento sino all'elevatezza di 450 metri dal mare.
Questo frutice è rinomato per l'uso che se ne fa nelle officine delle profumerie per corrispondere alle fantasie delle telette.
Si moltiplica con margotte e con polloni radicali.


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Nome Botanico

Juglans nigra-Linn.

Nome Italiano

NOCE NERO.

Nome Vernacolo

Noghèra Inglese.

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Questa pianta non alligna qui che nel Comune di Alano di Piave, all'elevatezza dal mare di metri 280.
Il legno di color violetto, che, esposto all'aria, va facendosi nero, è compatto, pesante, duro e meno corruttibile che quello del Noce comune, ed è di più suscettibile d'un bel pulimento.
Dai suoi frutti si trae un olio che differisce pochissimo da quello del Noce comune.
I Virginiani preparano col mandorlo delle noci certo pane, che a loro è cibo gradito. E secondo Giovanni Carlo Siemoni operano così:
«Schiacciano minutamente le noci, e dopo averle gettate nell'acqua, separano i gusci e le altre parti legnose dalla mandorla, che precipita in fondo e che essiccata e ridotta in farina, serve a preparare una specie di pane.»
Il mallo somministra una tintura molto bruna, che ridotta solida ha spaccio in commercio.


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Nome Botanico

Juglans regia-Linn.

Nome Italiano

NOCE.

Nome Vernacolo

Noghèr - Noghèra - Nojara - Noèra - Cuciera - Cucier.

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Juglans da Jovis glans (ghianda di Giove, ghianda divina).
Questa pianta indigena dell'Asia centrale e minore, che cresce nelle foreste del Tibet a 2836 metri di elevatezza, secondo Plinio fu trasportata in Italia dalla Persia; e Varrone che nacque 116 anni prima dell'era volgare, ne parla come di pianta comune. È sparsa in tutta la nostra Provincia sino a 1100 metri sul livello dell'Adriatico; raggiunge col suo fusto l'altezza di 8 a 10 metri e un diametro alla base di 1 a 2 metri, preferendo un terreno calcareo, leggero e profondo e un'esposizione piuttosto a mezzodì e si propaga mediante semina e piantagione e giunge al massimo suo sviluppo in 100 anni, vivendone più che il doppio. Si narra che nel 1153 a Zamworth, nelle isole Britaniche, vi fosse un noce d'una grandezza considerevole con oltre 1000 anni d'età. Nel .Manuale d'Arte Forestale del comm. Siemoni, si legge che al momento della guerra di Crimea i soldati francesi osservarono a Balaklava un noce enorme che dava ogni anho una raccolta di cento mila noci le quali venivano divise in 5 famiglie.
Il legno duro, forte, elastico, a vena dritta e di un colore bruno variato, viene adoperato dal falegname, dal carpentiere, dallo stipettajo, dal tornitore, dall'ebanista, dall'armajolo, dal carrozzajo, prestandosi esso nella confezione di qualsiasi sorta di suppellettili, vuoi per la bellezza delle sue macchie, vuoi per la bella politura di cui è suscettivo. Nelle costruzioni navali lo si adopera per maschette di scala e quadri di poppa. Anche la radice dà un bel legno, del quale si fa uso per diversi mobili di lusso. La Provincia di Belluno utilizza annualmente circa 1200 metri cubi di questo legname da lavoro per l'importo di Lire 100,000.
La scorza delle radici, dei rami e il mallo fresco tingono i tessuti ed i legnami bianchi in bruno.
Le foglie colla decozione danno un liquido che è atto a distruggere i cimici e ad allontanare per un giorno le mosche dai cavalli che ne venissero bagnati.
Le gemme in primavera seccate possono servire di aroma nei cibi.
Il frutto, di cui in questa Provincia si fa commercio, si manda fresco e secco e con esso preparansi confetture; torchiato dà un olio che serve negli usi domestici, nei lumi e come condimento. Del pastume che rimane (pinzata) ridotto in formelle, cibasi la povera gente. Lo adopera il tessitore come la bozzima per fregare la tela in opera, onde rammorbidarla.
Il frutto immaturo posto nell'acquavite con alcuni ingredienti dà una conserva stomatica, ed il mallo puro nel tempo in cui è pregno d'umore, posto in questo liquore, lo rende amarissimo e salutare.


Rozier insegna che per averne un rosolio si prendono delle noci verdi con tutta la loro pellicola, si accasciano un poco e poi si mettono in un boccale di buona acquavite; dopo 3 settimane si travasa il liquore e s'aggiunge lo zucchero. Con noci intere, spogliate del mallo s'imbeccano oche e polli d'India perchè ingrassino.
Il mallo e le foglie contengono molto tannino e un principio resinoide acre ed amaro, la juglandina; hanno quindi azione astringente e tonico stimolante.
L'odore grato degli organi nutritivi e riproduttivi di questo albero, cagiona sopore e cefalee a chi ne risenta lungamente l'influenza. Da ciò il detto:
«L'ombra di noce nuoce».
Il seme matura in Settembre ed Ottobre; la semina si fa ancora nell'autunno, o nella prossima primavera, coprendo le noci con 5-6 centimetri di terra. Le noci seminate in autunno germinano nella p.v. primavera e quelle seminate in primavera dopo 60-70 giorni.
Il carbone rispetto alla qualità tiene una via media tra quello dell'ontano e quello della betula.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,106, secco 0,659.
La forza calorifera ragguagliata su 100, è pel legno 66, pel carbone 71.


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Nome Botanico

Juglans regia (variab.) - Nux juglans fructu maximo-Mich. et Bauh.

Nome Italiano

NOCE REALE.

Nome Vernacolo

Noghèr da malutòi - Noghèra da malutòi - Noghèr mestego - Noghèr da cuciòi - Cucièr - Cucionèr - Cucionèra.

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Questa pianta di maggiori dimensioni della JUGLANS REGIA-Linn., della quale n'è una varietà, produce noci della grandezza d'un uovo di gallina e la si trova nei fondi a coltura agraria delle vallate Bellunese e Feltrina, sino all'elevatezza dal mare di 350 metri. Mi ricordo però d'averne vedute due nell'anno 1830 a Perarolo sulla falda tra le abitazioni di Lazzaris e Moretta, all'altezza dall'Adriatico di 530 metri, che avevano grossissimi fusti e che davano frutti. Un' altra varietà è il Nux juglans fructu fragili - NOCI STIACCIAMENE o PREMICI (Micheli), che si trovano specialmente nella vallata Feltrina, in Arson, all'elevatezza dal mare di circa 450 metri, le quali noci hanno il guscio tanto tenero, che vengono con tutta facilità infilzate con ago e filo, e così poste in vendita. Vedi per la semente quanto si è detto per il Noce.


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Nome Botanico

Juniperus communis-Linn. - Juniperus vulgaris-Segu.

Nome Italiano

GINEPRO — GINEPRO COMUNE.

Nome Vernacolo

Denèora - Denèor - Denèpre - Denèver - Denèvre - Deniòre - Degnòre - Darnevol - Denègol - Genèver - Genèvre - Geniòr - Zenèor - Zenevra - Zenèure - Busicio - Rusta - Rustega.

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Juniperus, parola celtica che significa aspro, alludendo alle foglie pungenti.
Questa pianta che cresce specialmente nell'esposizione meridiana dei luoghi incolti, aridi e nelle radure dei boschi di tutta questa Provincia sino all'elevatezza di 1800 metri circa dal mare Adriatico, si propaga mediante semina e raggiunge l'altezza di 3 a 4 metri e un diametro alla base di centimetri 15 a 20 ed il massimo suo sviluppo in 50 a 60 anni vivendone 100 e più.
Il legno odoroso, d'un colore giallognolo, compatto, tenace, leggiero, a fibra fina e lunga, pella sua durezza e per non essere attaccato dagl'insetti, si presta per bene in lavori da tornitore, da stipettajo, anche se esposto alle intemperie. È adatto per fasciame nelle costruzioni sotto acqua, per siepi a secco. Nella Slavonia con questo legno fanno delle pipe che ritengono salutari.
Colle foglie miste alle bacche gl'infermieri dell'ospitale di Monaco preparano certo tabacco da naso, che usavano ritenendolo un preservativo dalle malattie contagiose.
Colle bacche si preparano acquavite e spiriti, e vengono usate per la conserva delle carni ed anche per suffumigi, i quali non fanno altro che mascherare coll'odore l'aria cattiva senza correggerla.
I Vogesí colla decozione ricavano una bevanda ritenuta anti-isterica, giovando alle vie digestive e al sistema intestinale.
Si ottiene inoltre il ratafià di ginepro, mettendo in infusione 4 1itri d'acquavite, 250 grammi di bacche, con coriandoli, canella goa, garofani (grammi 8 di ciascuno) ed un chilogrammo di zucchero o metà di sciroppo di zucchero.
Di più, il licore genovrette, mettendo in infusione a fermentare 78 litri di bacche con tre manipoli d'assenzio in 97 litri d'acqua, tenendo il vaso per un mese in luogo fresco, poscia decantando e mettendo la bevanda così ottenuta in bottiglie, la quale dopo 2 o 3 anni dicesi sia sanissima e rinforzante.
I Lapponesi bevono l'infusione ottenuta come pel the e gli inglesi preparano il Gin.- Edmondo De Amicis, nel suo viaggio in Olanda, ricorda il liquore Schiedam, estratto dal Ginepro, così chiamato dalla città Schiedam, a poche miglia da Roterdam dove sussistono in attività di lavoro più di 200 fabbriche.


Per dare un'idea di quest'industria, basti il dire che, a Schiedam, colla feccia delle materie distillate ai nutrono anno per anno 30 mila bestie suine.
Queste bacche vengono mangiate dai tordi e da altri uccelli; contengono una sostanza resinosa, dello zucchero e specialmente l'olio volatile che loro comunica l'odore e il sapore aromatico-balsamico e l'efficace proprietà diuretica.
Il seme matura in 2 anni, restando poscia ancora attaccato sino alla fioritura dell'anno successivo; seminato in autunno, coperto con 2-3 centim. di terra, germina nella prossima o nella seconda primavera.
La resina che aderisce al libro è una specie di sandracca che viene raccolta nelle contrade meridionali.
Il peso specifico d'un decimetro cubo del legno secco è di chilogrammi 0,566.


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Nome Botanico

Juniperus nana-Linn.

Nome Italiano

GINEPRO NANO.

Nome Vernacolo

Denèver montàn - Denèver de mont - Denèver - Denèora - Zenèor - Denèor - Danèver - Genèver - Denèpre - Denèure - Genèure - Deniòre - Degnòr - Zanèvra - Zenèure - Geniòr - Rustega - Busicio — Rusta - Darnègol - Degnòre mat.

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Questa pianta, che è una varietà. del Juniperus commuis, cresce qui da noi in forma di cespuglio, estendendo i suoi rami rasenti il suolo, lunghi 1 a 2 metri. Cresce all'elevatezza fra i 1000 e 2000 metri dal mare e preferisce un terreno calcareo-argilloso, sassoso ed un'esposizione assolata. Si propaga mediante semina e giunge al massimo suo sviluppo in 20 a 30 anni, vivendone 40 a 50 circa.
Il legno viene qui adoperato per combustibile, e quando questa pianta raggiunge qualche grossezza somministra i prodotti del Ginepro comune.
Un decimetro cubico di legno secco pesa chilogrammi 0,614.


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Nome Botanico

Juniperus Sabina-Linn.

Nome Italiano

SABINA — GINEPRO SABINA.

Nome Vernacolo

Sabina - Savina - Dassa-sabina.

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Questa pianta che copre estese falde nei territorio di Rocca d'Agordo e di Alleghe in questa Provincia e che diede il nome di Saviner a due villaggi sottoposti a' boschi di tale essenza nei due Comuni sunnominati, si trova anche a macchie sui monti di S. Tommaso e di Selva di Cadore sino all'elevatezza di 1600 metri dal mare Adriatico.
Strisciando quasi sempre sul terreno raggiunge una lunghezza di 2 a 3 metri e un diametro al ceppo di 10 a 15 centimetri; preferisce un terreno calcareo sassoso e un'esposizione assolata. Si propaga mediante semina, margotti e giunge al massimo suo sviluppo in 30 a 40 anni, vivendone 60 e più.
Il legno parte giallognolo e parte chermisino, compatto, tenace, duro, di fibra lunga, lo adopera lo stipettajo e serve in caso di bisogno per combustibile, malgrado l'odore ributtante che esala.
I ramoscelli fogliosi coinvolti fra i panni allontanano o fanno morire i cimici e le tignole e contengono un olio essenziale di sapore acre ed amaro e di odore aromatico resinoso assai penetrante; in infusione giovano esternamente come valido stimolante e cos'è pure a far cadere le verruche (porri) e ad uccidere alcuni parassiti. All'interno agiscono prevalentemente sull'utero, stimolandone le contrazioni (nei parti laboriosi) e promovendone le mestruazioni. Somministrati a dosi improprie producono fenomeni di avvelenamento e l'aborto. Secondo F. L. Krebs la prima ad esperimentarne l'azione sarebbe stata una certa Sabina d'onde derivò il nome a questa pianta.
Le bacche sono pure utili nella medicina e nella veterinaria.
Per la semente vedi quanto s'è detto del Juniperus communis.


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Nome Botanico

Juniperus virginiana-Linn.

Nome Italiano

GINEPRO DELLA VIRGINIA — CEDRO ROSSO.

Nome Vernacolo

Ginepro della Virginia.

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Questa pianta coltivata per solo ornamento si trova qui nei giardini delle vallate Bellunese e Feltrina, non oltrepassanti l'altezza di 400 metri dal mare.
Nella Virginia, nella Carolina, sulle sponde del lago Champlain, nei bacini del Missurì, del Mississipì e lungo la costa del Messico raggiunge 1'altezza di 20 metri. Fu introdotta in Francia nel 1738 dall'Ammiraglio La Galissoniere.
Il legno, le foglie e le bacche danno collo sfregamento un gratissimo odore, e il primo viene negli Stati Uniti adoperato nei fabbricati di terra e di mare e pella costruzione dei mobili. L'odore di questo legno allontana gl'insetti.


14.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA L

Nome Botanico

Laurus nobilis-Linn.

Nome Italiano

ALLORO - ALLORO COMUNE - LAURO.

Nome Vernacolo

Orèr.

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Questa pianta coltivata nei giardini di questa Provincia sino all'elevatezza di 400 metri dal mare, raggiunge una altezza di 6 a 8 metri, con un diametro di centimetri 20 a 25 e si moltiplica per mezzo dei grani che si seminano appena maturi.
Il legno è duro, elastico, atto in lavori di suppellettili eleganti, che conservano lungo tempo l'odore aromatico.
Le foglie s'adoperano qui per aromatizzare le vivande.
Le drupe e le foglie contengono un olio volatile di odor forte e di sapore aromatico; un olio fisso ed una canfora speciale cristallizzabile, laurina, acre ed amara. Questi olî giovano all'esterno come rimedio eccitante, risolutivo e diaforetico.
Il nome di Laurus, secondo gli uni deriva dal vocabolo celtico blaur (sempre verde), e secondo altri dalla parola latina laus (lode), perchè sotto i Romani la corona intrecciata di frondi di questa pianta era la ricompensa delle azioni generose e dei trionfi, d'onde n'è venuta la laurea dottorale.


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Nome Botanico

Ligustrum vulgare-Linn.

Nome Italiano

LIGUSTRO — LIGUSTRO COMUNE — LIGUSTRO VOLGARE.

Nome Vernacolo

Ardivèla 1) - Conostrèl - Corno de caora - Argèla - Arlivèla - Broco de caora - Conostrèla - Oliveta - Legn negro - Pomèla - Pissìna - Pomèla negra.

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Ligustrum, deriva dal vocabolo latino ligare (legare) per l'uso cui serviva sotto i Romani.
Questa pianta, che si trova sparsa in tutta la Provincia, raggiunge l'altezza di 2 a 3 metri e un diametro alla base di 10 a 12 centimetri. Preferisce un terreno fresco, leggero ed una esposizione ombreggiata e cresce fino all'elevatezza di 1500 metri dal mare. Si propaga mediante semina, barbatelle e piantoncini e giunge al massimo suo sviluppo in 15 a 18 anni vivendone 25 a 30.
Il legno bianco, duro, tenace, a fibra fina è un buon combustibile, può servir al tornitore per lavori minuti, ed i suoi rami elastici molto, sono atti a costruire cesti, panieri ed altro.
La scorza ed il legno tingono in giallo la lana.
Le foglie vengono mangiate dalle capre.
Dai fiori le api ritraggono miele.
Le bacche mediante reagenti tingono in più colori le stoffe, cioè: con solfato di ferro ed allume, in celeste; colla soda, in bruno; con solfato di magnesia, in rosso; con l'orina, in porporino; con la potassa in verde; con solfato di ferro, allume e gomma arabica i contadini del Bellunese ottengono dell'inchiostro, e di più con queste bacche si può dare il colore al vino.
La semente matura in Ottobre; seminata in Marzo germina dopo un anno.
Il carbone è atto pella fabbricazione della polvere pirica.
Peso - Un decimetro cubico di legno secco pesa chilogrammi 0,689.

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1) I Comunisti di Belluno della destra del Piave chiamano Ardivèla il Ligustrum vulgare, e quelli della sinistra invece chiamano Ardivèla il Cornus sanguinea.


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Nome Botanico

Lonicera alpigena-Linn. - Iskia alpigena-Borkh.

Nome Italiano

CAMECERASO - LONICERA ALPIGENA - CILIEGIO D' ALPE.

Nome Vernacolo

Zarese de can - Zarese mate - Zarese de lovo - Chegoles de ciàn.

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Per questa pianta vedi quanto è detto sulla Lonicera xylosteum.


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Nome Botanico

Lonicera Caprifolium-Linn. - Caprifolium germanicum-Segu. - Caprifolium Italicum-Borkh.

Nome Italiano

CAPRIFOGLIO - VINCIBOSCO - MADRESELVA.

Nome Vernacolo

Ciuciabèch - Grassabèch - Garolàr - Russabèch - Tambro - Zuzabèch.

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Caprifoglio, nome derivato dall'avidità che hanno le capre di mangiarne le foglie.
Per questa pianta vedi quanto è detto sulla Lonicera Periclymenum.


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Nome Botanico

Lonicera coerulea-Linn. - Iskia coeruleaBorkh.

Nome Italiano

LONICERA CERULEA.

Nome Vernacolo

Conostrela turchina - Legnèl - Pissinèla - Zariese de can - Conostrela mata - Mareselva.

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Per questa pianta vedi quanto è detto per la Lonicera xylosteum.


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Nome Botanico

Lonicera nigra-Linn. - Xylosteum nigrum-Borkh.

Nome Italiano

LONICERA NERA.

Nome Vernacolo

Conostrela negra - Legnèl - Pissinela - Zariese de can - Mareselva.

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Xylosteum dal greco xylon legno; ostèon osso; allusione al colore d'avorio del legno.
Per questa pianta vedi quanto è detto sulla Lonicera xylosteum; così per la semente che matura in Settembre.


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Nome Botanico

Lonicera Periclymenum-Linn. - Caprifolium vulgaris-Willd.

Nome Italiano

PERICLIMENO - LONICERA PERICLIMENA.

Nome Vernacolo

Ciuciabèch - Zuzabèch - Fratabosco - Strazabosco - Pomela de piza.

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Questa pianta, che si trova sparsa in tutta la Provincia sino all'elevatezza di 1600 metri dal mare, si allunga colle sue rimesse sino a 2 metri e più, arrampicandosi o strisciando, ed arriva ad un diametro alla base di 3 a 6 centimetri. Si propaga per seme che germoglia solo il secondo anno. Raggiunge il suo massimo sviluppo in 12 a 15 anni, vivendone anche più di 30. Il rapido accrescimento congiunto col piacevole odore dei fiori fece sì che questo arbusto venisse compreso nelle piante d'ornamento.
Le foglie sono mangiate dalle pecore e capre.
I fiori ricchi di miele attraggono le api.
Le bacche servono di pasto ad alcuni uccelli, e il succo delle medesime, che tinge in rosso la carta di color turchino, dicono che sia purgativo.
Per la semente vedi quanto s'è detto della Lonicera xylosteum.


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Nome Botanico

Lonicera xylosteum-Linn. - Xylosteum vulgare-Borkh.

Nome Italiano

LONICERA VOLGARE — MADRESELVA PELOSA.

Nome Vernacolo

Conostrèla rossa - Conostrèla - Conostrèla bianca - Conostrèla de pomela rossa - Fava de bissa - Garbin - Legnèl - Mareselva - Pissasàn - Pis de can - Pomelèr - Pomèla de diaol - Ua de bissa - Ua de can.

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Lonicera da Adam Lonicer di Norimberga, botanico e matematico (1528-1586), al quale venne dedicata questa pianta.
Questa pianta sparsa in tutta la Provincia raggiunge l'altezza di 1 a 2 metri e un diametro alla base di 2 a 3 centimetri e cresce sino all'elevatezza dal mare di 1800 metri, preferendo un terreno calcareo argilloso e un'esposizione ombreggiata. Si propaga mediante semina e giunge al massimo suo sviluppo in 12 a 14 anni vivendone 20 a 25.
Il legno bianchissimo, duro, a fibra lunga è buon combustibile poichè dà molto calore e cenere; può servire per canne da pipa, manichi da sferze, brocchi da scarpe, scope, pettini da tessitore, denti da rastrello. Nella Livonia con questo legno fanno sottili bacchettine che sostituiscono i ferri da calze, ed estraggono pure in Russia un olio nero e denso, che dicono vantaggioso nelle enfiagioni e malattie reumatiche.
Le foglie somministrano un eccellente foraggio alle pecore ed alle capre.


Dai fiori le api estraggono l'umore mieloso ed i pastori dei Pirenei succiano volentieri il tubo della Lonicera, che ha un succo zuccherato.
Il frutto produce il vomito agli uomini.
Il seme matura in Agosto e Settembre; seminato agli ultimi di Settembre germina nel Maggio successivo, e seminato in primavera germina dopo un anno.


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Nome Botanico

Loranthus europaeus-Linn.

Nome Italiano

LORANTO EUROPEO - LORANTO QUERCINO.

Nome Vernacolo

Smara - Verdura.

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Questa pianta parassita, lunga 3 a 4 centimetri, cresce specialmente sui rami della quercia e si propaga come il Viscum album, sino all'elevatezza, in queste vallate, di 600 metri dal mare; il legno in decozione è ritenuto antispasmodico, sedativo e narcotico.
Dalle sue bacche si possono estrarre varie tinte, nonchè la pania per prendere gli uccelli.
Il nome di Loranthus deriva dal greco loron (correggia) e da anthos (fiore), allusione alla corolla frangiata.


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