Magnolia grandiflora-Linn.
Nome Italiano
MAGNOLIA.
Nome Vernacolo
Magnolia.
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Questa pianta portata dall'America, che cresce superba nella Florida e nella Carolina, e che coltivasi qui nei giardini sino all'altitudine di 400 metri dal mare, per la magnificenza della forma, della fronda e della fioritura, venne dedicata a Pietro Magnol, botanico francese, professore a Mompellieri.
Nei nostri giardini coltivasi anche la Magnolia acuminata-Linn. - MAGNOLIA Dl PENSILVANIA, anche questa per solo ornamento.
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Nome Botanico
Mespilus Amelanchier-Linn. - Pyrus Amelanchier-Willd. - Sorbus Amelanchier-Crantz - Amelanchier rotondilfolia-Lamck. - Amelanchier vulgaris-Moench - Crataegus Amelanchier-Desf. - Amelanchier ovalis-Med. - Aronia rotondifolia-Pers. - Aronia Amelanchier-Reich.
Nome Italiano
PERO CERVINO - PERO AMELANCHIERE.
Nome Vernacolo
Pisinèr - Bisognolèr - Pisolèr - Premolèr - Pan de crepa - Perzezenèr.
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Questa pianta che può raggiungere l'altezza di metri 1 a 1½ con un diametro alla base di 4 a 6 centimetri, cresce qui fra i 600 e 1500 metri di elevatezza dal mare, sui monti del Cadore, del Zoldano, dell'Agordino e del Longaronese, preferendo un terreno asciutto e calcareo e un'esposizione assolata. Si propaga mediante semina e giunge al massimo suo sviluppo in 20 a 25 anni, vivendone 30 a 40.
Il legno di colore bruno, duro, tenace e a fibra fina, viene adoperato grazie alla sua durezza per manichi da martelli, denti di rastrelli e per altri attrezzi di simil fatta, che richieggono robustezza; serve al tornitore per lavori minuti.
Le foglie vengono mangiate dalle capre.
Il frutto d'un sapore dolcigno viene mangiato anche dall'uomo.
Il seme matura in Settembre; seminato nell'autunno, germina nella seguente primavera, ma più spesso nel secondo anno.
Il peso d'un decimetro cubico di legno secco è di chilogrammi 0,843.
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Nome Botanico
Mespilus Chamaemespilus-Linn.
Nome Italiano
FALSONESPOLO.
Nome Vernacolo
Pelorsèt - Parambolèr de montagna - Paremolèr de montagna - Prementinèr de montagna - Arsepolèr salvaregh - Favalès de montagna.
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Questo frutice, che qui cresce sui monti del Bellunese, dell' Agordino, del Zoldano, del Cadore e del Longaronese, e specialmente nelle radure dei boschi sino all'elevatezza fra i 1000 e 1500 metri dal mare, non offre utilità alcuna oltre quella delle bacche che vengono mangiate dalla povera gente, e della legna adoperata quale combustibile in mancanza d'altro.
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Nome Botanico
Mespilus Cotoneaster-Linn. - Crataegus Cotoneaster-Bork. - Cotoneaster integerrima-Med. - Cotoneaster vulgaris-Lindl.
Nome Italiano
COTOGNASTRO - COTONASTRO - NESPOLO COTONASTRO - NESPOLO DELLE ALPI.
Nome Vernacolo
Arsèpol - Arsèol - Parsermoi - Pan-belot - Pan de lof - Prementinèr - Ospei - Ressèol.
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Questa pianta, che credesi originaria dell'isola di Creta, o più specialmente dell'isola Cidonia, si trova nei boschi delle vallate Agordine e del Bellunese, sino all'elevatezza di 1300 metri dal mare; preferisce un terreno asciutto, calcareo, e un'esposizione assolata, raggiungendo l'altezza di 2 a 3 metri ed un diametro alla base di 4 a 6 centimetri. Si propaga mediante semina e giunge al suo massimo sviluppo in 10 a 20 anni, vivendone 30 a 40.
Il legno d'un giallo chiaro, tenace, compatto, a fibra lunga, può essere adoperato pella sua durezza in lavori minuti, come per esempio, per manichi da martelli, scodelle ed anche per canne da pipa. Dà ottima legna da bruciare e, con opportune preparazioni, buone tinture. I giovani germogli s'impiegano per scope.
Le foglie vengono mangiate dalle pecore e dalle capre.
Il frutto, che ha un sapore dolcigno, è mangiabile e acquista più facilmente la sua maturazione sopra un letto di paglia. In generale se ne fanno le così dette cotognate.
Il seme matura in Settembre; seminato alla profondità di centimetri 1 ½ germina, il solito, nel secondo anno.
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Nome Botanico
Mespilus germanica-Linn. - Mespilus altera-Matt. - Mespilus domestica-Gatereau - Mespilus sylvestris-Mill. - Mespilus vulgaris-Reich.
Nome Italiano
NESPOLO - NESPOLO COMUNE.
Nome Vernacolo
Nespolèr.
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Mespilus dal greco mesos (mezza), pilos (palla), allusione alla forma emisferica del frutto. Questa pianta coltivata in questa Provincia specialmente nei fondi a coltura agraria sino all'elevatezza di 500 metri dal mare, preferisce i terreni calcarei argillosi, profondi, in esposizione meriggiana. Si propaga mediante semina, giunge al massimo suo sviluppo in 20 a 30 anni, vivendone 40 a 50, e raggiunge l'altezza di 4 a 5 metri con un diametro alla base di 16 a 20 centimetri.
Il legno di colore bianco, che va man mano abbrunendosi verso il midollo, viene adoperato pella sua durezza per ruote, forche, manichi, pettini ed altro. Come combustibile è abbastanza buono.
La corteccia, i giovani rami e le foglie contengono del tannino, e bolliti per 2 ore col mordente di De la Folliè, danno alla lana un colore nanchino, e le foglie per di più dotate d'una qualità molto astringente possono essere adoperate nei gargarismi a detergere le ulceri della bocca.
Il frutto è mangiabile dopo subito un grado di fermentazione nella paglia; ma facendone troppo uso produce la stitichezza. Si crede che le piccole mandorle dei noccioli siano diuretiche. I majali domestici sono ghiotti di questo frutto.
Il seme matura in Settembre; seminato in autunno o primavera germina pel solito il secondo anno; il seme vuol essere coperto di 10-12 millimetri di terra.
La forza calorifera del legno ragguagliata su 100 è di 85.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 0,844 e secco è di chilogrammi 0,645.
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Nome Botanico
Mimosa Julibrissin-Desf e Scop. - Mimosa arborea-Fors. - Acacia Julibrissin-Willd.
Nome Italiano
GAGGIA BIANCA - GAGGIA ARBOREA - GAGGIA DI COSTANTINOPOLI.
Nome Vernacolo
Cassia turca.
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Di questa pianta, che cresce coltivata nei giardini della vallata Bellunese-Feltrina sino a 400 metri d'elevatezza dal mare, riportiamo qui quanto di essa scrive il Siemoni:
"Narra il Savi che il seme di quest'albero, raccolto nelle isole dell'arcipelago, fu portato in Toscana da Filippo degli Albizzi nel 1749. Cresce ordinariamenre da 12 a 15 metri, ed ha le foglie grandi, bipennate, con 16-27 paia di foglioline strette, oblunghe, cultriformi, acuminate. Nel Luglio presenta i suoi fiori bianco-rosei, disposti in capolini rotondi, dai quali spuntan fuori gli stami per lungo tratto. Ad essi succedono dei legumi piani, fogliacci e lisci, di color scuro.
Quest'albero reso oggidì comune in tutti i giardini delle regioni temperate, si propaga facilmente coi semi, che maturan bene nel nostro paese e non è punto difficile sulla scelta del terreno. Il legno è duro, compatto, di color giallo, vagamente striato di macchie più scure."
Il nome di Mimosa lo si vuole derivato dal greco mimos (imitatore), allusione alla sensibilità di qualche specie, le foglie della quale si ritraggono al contatto della mano.
Non ha usi di sorta e serve unicamente ad ornare i giardini.
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Nome Botanico
Morus alba-Linn.
Nome Italiano
MORO BIANCO - GELSO BIANCO.
Nome Vernacolo
Morèr.
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Morus, o dal nome greco morea, o dalla parola celtica mor (nero).
Questa pianta originaria dalla Persia, che raggiunge l'altezza di 8 a 10 metri e un diametro alla base di 40 a 50 centimetri, si coltiva qui fino all'elevatezza di 700 metri dal mare Adriatico. Preferisce un terreno sostanzioso e un'esposizione libera ed assolata. Si propaga mediante semina, talee e propaggini e giunge al massimo suo sviluppo in 40 a 50 anni, vivendone 70 a 80.
Pare provato che i Chinesi siano stati i primi a coltivarla e ad allevare i bachi da seta e che questa coltivazione dalla China passasse in Persia, indi nelle isole dell'arcipelago, poscia in Italia nell'anno 1434, nella qual epoca Francesco Buonvicini portò delle barbatelle di questa pianta a Pescia (Toscana) sua patria. Per l'utilità che offriva questo gelso i governi favorivano con leggi e privilegi la coltivazione in modo che il prodotto annuo della seta in Italia, prima della malattia dei bachi (pebrina), cioè avanti l'anno 1856, ascese:
Lombardia . . . . . .Chil. 15,212,950 L. 67,932,266
Venezia . . . . . . . . . . . .» 10,920,000 » 39,000,000
Antico regno Sardo . . » 10,902,400 » 46,882,554
Provincie Napoletane . .» 5,120,000 » 23,852,000
Sicilia . . . . . . . . . . . . . . .» 2,200,000 » 8,800,000
Toscana . . . . . . . . . . . . . . » 1,875,000 » 7,500,000
Marche e Umbria . . . . . . . .» 900,278 » 5,200,000
Modena, Reggio, Massa . . .» 824,900 » 3,299,000
Romagna . . . . . . . . . . . . . . . . » 888,184 » 4,810,100
Parma e Piacenza. . . . . . . . . .» 374,082 » 1,906,169
Totale Chil. . . . . . . . . . . .49,217,794 L. 209,182,089
ed annualmente in tutta la terra
Asia . . . . . .Lire 702,800,000
Europa . . . . . .» 414,700,000
Africa . . . . . . . . . .» 1,100,000
Oceania . . . . . . . . . » 600,000
Australia. . . . . . . . . » 500,000
Totale Lire. . . . . 1119,700,000
Il legno pesante, mediocremente duro e solido, a grana fina e corta, d'un colore giallognolo, resiste all'umido, viene adoperato in lavori sott'acqua, per doghe da botticella, secchie, ecc. Nelle costruzioni navali serve per ruote di prua di lance e barcacce e per braccioli o torti per palischermi. È buon combustibile. Il legno del ceppo e delle radici mediante la decozione con allume di rocca e gromma di vino dà una tintura gialla.
Dalla scorza macerata nell'acqua e maciullata, si è ottenuto un filo per farne funi e da quella delle radici della carta.
Le foglie, come tutti sanno, sono l'alimento dei bachi da seta e possono servire di pasto alle pecore, alle capre e alle vacche da latte.
I frutti vengono mangiati dalla povera gente, e qui a Belluno colla semplice fermentazione si è ottenuto dell'aceto fortissimo. Dicono che questi frutti ingrassino i polli e i porci.
Il seme matura in Agosto; la semina si effettua agli ultimi di Marzo o primi d'Aprile, lasciando prima il seme per 48 ore nell'acqua e poscia asciutto sotterrandolo 1-2 centimetri; la germinazione succede 50-60 giorni dopo.
Peso - Un decimetro cubico di legno secco pesa chilogrammi 0,752.
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Nome Botanico
Morus nigra-Linn.
Nome Italiano
MORO NERO - GELSO NERO.
Nome Vernacolo
Morèr negro - Morèr de more negre.
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Di questa pianta antichissima in Italia e conosciuta prima del gelso bianco, ne parlano come albero comune Virgilio, Orazio, Plinio e Palladio. Cresce in questa Provincia nelle medesime situazioni del Morus alba, raggiungendo eguali dimensioni ed età. Stando ai rustici latini, sarebbero riusciti ad innestarla sui fichi, sugli olmi e persino sui pioppi.
Il legno serve come quello del gelso bianco.
Scorza - Dalle fibre della medesima possono confezionarsi corde di gran forza.
Le foglie servono solo di pasto alle pecore e alle capre.
I frutti riconosciuti da Dioscoride per indigesti, vengono mangiati dalla povera gente.
Nel Veronese i contadini ne traggono il così detto Saòre (sapa) che mangiano col pane. Per esser stata attribuita a questi frutti virtù espettorante, dulcitiva, rinfrescante e leggermente purgativa, si preparava il sciroppo detto diamorum, che si adoperava nelle infiammazioni di petto e delle fauci; ma ora è caduto in disuso. Servono anche a tinger il vino e in questa bisogna è a preferirsi all'amaranto ed alla fitolacca.
Un decimetro cubico di legno secco pesa chilogrammi 0,784.
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Nome Botanico
Morus papyrifera-Linn.
Nome Italiano
MORO DA CARTA - MORO DEL GIAPPONE.
Nome Vernacolo
Morèr Giaponese.
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Questa pianta di legno bianchiccio e tenace la si trova coltivata nella vallata Bellunese, in qualche fondo a coltura agraria non oltrepassante l'altitudine di 500 metri dal mare. Non ostante provenga dalle Indie orientali, dalla China e dal Giappone, cresce qui a bellissimo albero non temendo i rigidi inverni, perlocchè sarebbe util cosa il propagarla coi polloni.
Cogli strati del libro dei giovani ramoscelli si confeziona un filo atto alla fabbricazione di stoffe e di carta. Nell'America meridionale e nella Germania si ottiene dalle radici una tintura gialla.