23.2.09

TECNOLOGIA BOTANICO-FORESTALE = LETTERA B

Nome Botanico

Berberis vulgaris-Linn.- Crespinus-Matt.

Nome Italiano

CRESPINO - BÈRBERI - BÈRBERO - TRESPINO.

Nome Vernacolo

Scarpìn - Graspin - Crespìn - Pan e vin - Ua spinela - Spina morta - Salgèr - Spin de Salgèver - Spinèr Graspin - Spin de Graspin - Salgèver - Spin de Scarpin - Spin zal - Ua de spin.

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Secondo La Maout et Decaisne Berberis o è un nome arabo, o viene dal greco Bèrberi=conchiglia: allusione alla forma concava dei petali. Ed anche secondo De Theis, Berberys è il nome arabo del frutto di questa pianta.
Questa pianta che cresce in tutta la Provincia sino all'elevatezza di 1500 metri dal mare, raggiunge l'altezza di 1 a 2 metri ed un diametro alla base di centimetri 5 a 10; preferisce un terreno sostanzioso ed un'esposizione qualunque. Si propaga mediante semina e barbatelle e giunge al massimo suo sviluppo in 12 ai 15 anni, vivendone 30 ai 50.
Il legno giallo, duro, compatto, a fibra lunga e fina serve al tornitore per lavori minuti; è atto per denti da rastrelli e brocche da calzolaio. Dal legno, dalle radici, dallo strato sugheroso, dal libro, dagli strati verdi e dalla corteccia tagliati in striscie, si ottiene una tintura gialla pei tessuti di filo e di lana, tintura che serve a colorire il marocchino ed il legno se preparata col ranno. Unendovi dell'indaco essa diventa verde.
Dalla scorza delle radici si ottiene un estratto più efficace e più abbondante che quello del Quassio.


Le foglie primaticcie le si mangiano, in alcuni paesi, in insalata, in zuppe o in altro modo, dopo macerate.
Il frutto contiene l'acido citrico che può fare le veci di limone, e può dare un aceto forte, una bibita che imita il così detto vino-piccolo, e, con la distillazione, l'alcool; se lo si fa bollire con una piccola dose di solfato d'allumina si ottiene una tintura rossa. Micheli narra che il Berberis faceva parte delle frutta della tavola del Granduca Cosimo III, e il Mattioli che con questo frutto si faceva il vino di Berbero. Questo frutto è ritenuto un astringente della fibra rilassata, eccitando nel medesimo~tempo una azione tonica passeggera.
La semente matura agli ultimi di Settembre o primi di Ottobre; la semina, a solchetti, si fa in primavera, coprendo di terra i grani uno o due centimetri; la germinazione succede dopo 30-40 giorni.


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Nome Botanico

Betula alba-Linn.

Nome Italiano

BETULA - BETULA BIANCA - BETULLA - BIDOLLO - BEDOLLO

Nome Vernacolo

Brèdol - Bodola - Bedòn - Bogola - Beduìn - Beduoi - Bobola - Bedòl - Boola - Bredola - Medòol - Beduoin - Bedòi.

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Betula - da betu, nome celtico di questa pianta. Albero che s'eleva da 18 a 20 metri con un diametro alla base di circa 60 ad 80 centimetri. Si trova specialmente ai pedemonti di queste vallate, tanto in esposizione orientale che settentrionale e vi cresce fino all'elevatezza di 1800 metri dal mare; preferisce un terreno fresco, argilloso, selcioso ed anche maremmano con un' esposizione di levante a ponente. Si propaga mediante semina e polloni su fondo preparato e col trapianto, e giunge al massimo suo sviluppo, se posto in circostanze favorevoli, in 50 a 60 anni, vivendone oltre 100.
Il legno d'un colore bianco, leggero, di una tessitura quasi uniforme, compatta e solida, fina e tenace e buon materiale da fuoco. Nelle costruzioni di fabbriche non è atto che per pareti interne, ma se ne fa grande uso nei lavori sott'acqua, per cerchi da botte, timoni, stanghe, scale da carri, denti da ruota, per alcuni motori da macchine e molini, per vari attrezzi da falegname, per scatole e cucchiai e per altri domestici utensili. Nella marina, viene adoperato coll' opera di meccanismi per accenditoj d'artiglieri. Dicesi che una volta si usasse questo legno per fare gli scudi militari. In quest'albero formansi certi nodi (gongroni) mormorati, leggeri, solidi, assai ricercati dai tornitori e conosciuti nel Nord sotto il nome di Cap.
Coi ramoscelli si fanno scope, bacchettini per vischio e cesti.


La scorza dà l'olio di betula adoperato nella preparazione dei cuoj di Russia: riceve molto bene le impressioni litografiche, perlocchè io sin da molt'anni me ne servo per biglietti da visita. I pescatori Bellunesi ne fanno fiaccole a simiglianza de'Svizzeri e dei Lapponi; bruciando manda un grato odore. Nelle regioni vicine al polo Nord, quegli abitatori coprono con essa le loro capanne, fanno panieri, calzamenti, intrecciati a modo di stuoja, corde, bottiglie e vasi atti a contenere liquidi, in cui i pescatori cuociono il pesce. I foglietti sottili della corteccia facevano le veci di carta prima che s'inventasse quella da stracci. La corteccia interna, nel Nord dell'Europa, dell'Asia e dell'America, viene mangiata negli anni di carestia e la si fa entrare nella preparazione del caviale. Viene adoperata colla potassa a tingere in rosso le reti, e Dambourney trovò che ha la proprietà di fissare i colori falsi che si danno alle stoffe, le decozioni dei legni e le radici coloranti, come il Campeggio, il S. Marta, ecc. Colla scorza in Francia e in Germania si fanno tabacchiere e cofanetti.
Dal succo (linfa), che si estrae, mediante fori dal tronco, si ottiene colla semplice condensazione una specie di manna e colla fermentazione un liquore spiritoso.
I rami servono a far cesti ed i ramicelli legati insieme delle scope, di cui in qualche paese si fa grande smercio.
Le foglie in mancanza di miglior pasto, vengono mangiate dalle pecore e dalle capre, e con esse si tingono in giallo i tessuti e col mordente di sali ferruginosi, in nero.
Il seme matura ai primi d' Ottobre; la semina sul terreno preparato può aver luogo tanto in Marzo sulla neve, quanto nel successivo Aprile; la germinazione avviene dopo 30 giorni; la forza germinativa ha la durata di 6 a 18 mesi.
Il carbone si presta nella fusione dei più duri metalli; un metro cubo di legno dà metri cubi 0,293 di carbone e un metro cubo di carbone pesa chilogrammi 225.
La cenere dà molta potassa e buona liscivia, la quale ridona il color verde ai tessuti di tela e cotone.
Colla fuliggine si ottiene il nero-fumo e si prepara il nero di stampa.
Il peso d'un decimetro cubico di legno fresco è di chilogrammi 1,057, secco di chilogrammi 0,686.
La forza calorifera ragguagliata su 100, è pel legno non fluitato 82, fluitato 60 e pel carbone 89.


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Nome Botanico

Betula pubescens-Willd.

Nome Italiano

BETULA PUBESCENTE.

Nome Vernacolo

Brèdol - Bedòi - Bodola - Boola - Brèdol de montagna - Beduòin - Bodòi.

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Questa pianta si trova qua e là nei luoghi sterili e ghiajosi dei monti di questa Provincia, all'elevatezza di 800 ai 1600 metri dal mare: raggiunge l'altezza di 10 a 15 metri, con un diametro alla base di 25 a 30 centimetri, preferendo terreno ed esposizione come la Betula bianca, e propagandosi nello stesso modo.
Il suo legno men duro e meno durevole si presta, sebbene con minor utilità, ai medesimi usi di quello della pianta anzi accennata.
Per la semente vedi quanto s'è detto pella Betula alba.


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Nome Botanico

Bignonia Catalpa-Linn. - Bignonia americana-Duham. - Catalpa syringaefolia-Sims. - Catalpa bignonioides-Walt.

Nome Italiano

CATALPA.

Nome Vernacolo

Bignonia - Pianta che fa zigheri.

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Bignonia = pianta dedicata da Tournefort al celebre abate Giovanni Paolo Bignon, nato nel 1662 e morto l'anno 1743, Bibliotecario del Re di Francia.
Questa pianta originaria del tropico, che viene coltivata semplicemente per ornamento dei giardini nella vallata Bellunese-Feltrina, sino all'elevatezza di 400 metri dal mare, dà qui dei fusti da 5 a 6 metri di lunghezza, con un diametro di 20 a 30 centimetri.
Il suo legno a fibre grosse ed a grana non fina, verde da giovane e bruno chiaro da vecchio, si presta assai bene per mobiglie, poichè riceve un bel pulimento.


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Nome Botanico

Buxus sempervirens-Linn. - Buxus arborescens-Lamck.

Nome Italiano

BOSSO - BOSSOLO.

Nome Vernacolo

Bosso - Bos.

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Buxus può derivare dal greco pucnos (denso).
Questa pianta viene coltivata in questa Provincia sino all'elevatezza di 600 metri dal mare per semplice ornamento dei giardini. Si moltiplica per seme, margotte e talee e raggiunge anche l'altezza di 2 a 3 metri, con un diametro alla base di 18 centimetri. Dicono che l'ombra di quest'alberello è nociva.
Il legno duro, tenace, pesante, a fibra fina e corta si presta per bene in moltissimi lavori da intagliatore, da tornio, per ruote, per pettini, per incisioni di stampe e per strumenti musicali usati anche dai Romani, come si rileva da Virgilio.
Col legno delle radici si fanno tabacchiere ed altri oggetti di lusso.
Le foglie colla decozione sono un potente sudorifero; danno un buonissimo ingrasso per le viti, e, come succedaneo del luppolo, somministrano alla birra un sapore mediocre. Nessun animale le tocca, ed è fama che se il cammello spinto dalla fame bruca questa pianta non tarda a perire.
I fiori succhiati dalle api, danno al miele un gusto acre.
La cenere dà eccellente liscivia.
Il peso d'un decimetro cubico di legno secco è di Chilogrammi 1,015.


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